PARIGI – Manca poco all’esordio della scherma azzurra sulle pedane del Grand Palais. Il 3 settembre la Campania scenderà in pedana rappresentata dalla beneventana Rossana Pasquino che sarà impegnata nelle gare di spada e di sciabola. La “prof” sarà accompagnata dai napoletani Dino Meglio, coordinatore del settore paralimpico, e dal maestro Antonio Iannaccone.
Anche tra gli ufficiali di gara ci sarà un po’ di Campania, grazie alla convocazione della napoletana Rossella Salaris. Per l’ex sciabolatrice del Circolo Nautico Posillipo “Un’avventura che ha avuto inizio per caso quella che mi ha permesso di affacciarmi sul mondo paralimpico -ha raccontato Rossella Salaris mentre passeggia nel villaggio olimpico-. Dovevo solo essere d’aiuto e poi è finita che mi ci sono dedicata totalmente. Provenire da un Paese che ha una cultura schermistica così prestigiosa porta inevitabilmente a dare il meglio di sé. La scuola italiana ha radici forti e questo aspetto si proietta anche nella sfera arbitrale. In questa occasione sarà molto difficile anche solo guardare gli azzurri in pedana, però sanno che li supportiamo. È un regolamento molto rigoroso che però è fondamentale rispettare. In tutti i modi proverò a “sbirciare” i nostri beniamini perché sono parte di questo viaggio -ha detto con voce emozionata la napoletana-. Ora sto andando al Grand Palais e non trovo le parole giuste per descrivere il mio stato d’animo. Per la cultura che i francesi hanno della scherma le aspettative sono elevate e non credo che saranno deluse. Già l’Europeo vantava un’organizzazione impeccabile, però di cosa stiamo parlando -ride Rossella Salaris- stiamo andando al Grand Palais, che è un vero e proprio teatro e che per l’occasione sarà gremito di francesi. Mi aspetto un tifo da stadio”.
L’ansia da prestazione è un discorso che non riguarda solo gli atleti: “Gestire la tensione fa parte del nostro ruolo, qui veniamo per dare il meglio di noi stessi. A Tokyo senza pubblico era molto più complesso ed ogni sentenza rimbombava ancora di più. Quando sono entrata nella Muhari Arena sono scoppiata a piangere: la paura di sbagliare era incontrollabile. Ammetto che dopo il primo “pronti a voi” ci si scioglie, anche perché arriviamo preparati all’evento. Risulta tutto molto più semplice con un gruppo gremito alle spalle. Negli ultimi mesi abbiamo visto e interpretato le stoccate più insidiose. Ora sono pronta”.
Non fa differenza se ci sono i 5 cerchi o i 3 Agitos (le spunte simbolo delle Paralimpiadi), Rossella Salaris per la seconda volta è ai Giochi Olimpici: “Le Olimpiadi sono state il mio più grande sogno, sono stata un’atleta discreta ma non a quel livello. Arrivarci con questo ruolo è un’emozione forte. Ancor di più se penso che la condividerò insieme a Dino Meglio, coordinatore del settore paralimpico e mio maestro, cui mi lega ancora un rapporto unico. Ne è valsa la pena non smettere mai di sognare e, col senno del poi, posso dirlo: era giusto che andasse così!”.