GIOCHI OLIMPICI PARIGI 2024 – L’ANALISI E I BUONI PROPOSITI DEL MAESTRO LEONARDO CASERTA: “LA CAMPANIA PUÒ ESSERE ORGOGLIOSA DI AVER PORTATO DUE SCIABOLATORI ALLE OLIMPIADI”

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GIOCHI OLIMPICI PARIGI 2024 – L’ANALISI E I BUONI PROPOSITI DEL MAESTRO LEONARDO CASERTA: “LA CAMPANIA PUÒ ESSERE ORGOGLIOSA DI AVER PORTATO DUE SCIABOLATORI ALLE OLIMPIADI”

Sì, è vero che i Giochi sono appena giunti ai titoli di coda, ma mentre negli occhi di molti scorrono come su una pellicola immagini di successi, di vita e di sport, qualcuno ha già riposato abbastanza ed è pronto a ricominciare, ché “Los Angeles è qui, dietro l’angolo”.

“Una settimana lontano dalla pedana è stata sufficiente per rifiatare, ora non vedo l’ora di tornare a sognare”, ha detto entusiasta Leonardo Caserta, maestro della nazionale di sciabola e, a Parigi, uomo numero uno di Ct Nicola Zanotti; mentre si racconta le azzurre del volley intonano il canto degli italiani. Occhi lucidi e mani intrecciate che un po’ ricordano Alberta e Rossella (Santuccio e Fiamingo).

“Quanto l’hanno desiderata questa vittoria le ragazze di Julio Velasco, l’una ha giocato per l’altra, quanta coesione -riflette il napoletano Leonardo Caserta, nato al Circolo Nautico Posillipo ed ora pioniere della Champ, la sala campana che raccoglie maggiormente risultati in ogni categoria, oltre che fratello e maestro di Luca Curatoli-. In un team non si può fare a meno di unione e di sinergia (dal greco σύν, insieme). Così si è presentata l’Ungheria contro i nostri sciabolatori, ed è quello che più è mancato alla squadra italiana. Eppure, per valore individuale, eravamo alla loro altezza. Non dimentichiamoci -ricorda il maestro Leonardo, di ritorno dalla sua prima esperienza olimpica trascorsa completamente al fianco della squadra maschile- che tre quarti di squadra, ad un mese dall’Olimpiade, era sul podio europeo individuale.
Gallo, Curatoli e Samele. Oro, argento e bronzo.
Noi siamo arrivati alle Olimpiadi con grande sacrificio, all’ultimo “giro”. Esserci arrivati non è scontato”.

Il fratello e anche maestro di Luca Curatoli analizza con realismo: “La gara individuale ha lasciato una scia che ha macchiato anche la prova a squadre: Luca (Curatoli) ha incassato una delusione notevole. Dopo il derby italiano con Gigi (Samele) è affiorato stordito. C’è qualche rimorso perché Luca è arrivato a Parigi nelle migliori condizioni, con la prima vittoria al Campionato italiano Assoluti, con l’argento europeo e tante buone sensazioni. È stato anche un po’ sfortunato con l’attrezzatura che gli hanno fornito, per questo ha digerito la sconfitta con difficoltà. È stata comunque una giornata emozionante: l’immagine più tenera e che m’ha lasciato sveglio per diverse notti è nostra madre che, con il gracile tono di voce di una donna anziana, ha provato a sovrastare il rumoreggiante supporto che aveva Gigi, quasi inaspettato per essere un match tra compagni di squadra”.

Mette a fuoco ogni dettaglio, forse già con le maniche rimboccate. Riavvolge il nastro, e con qualche responsabile mea culpa mette mano al futuro con oggettività: “In primis bisogna accettare che il livello globale della scherma ha visto un incremento notevole. C’è un sistema da arricchire e si inizia col confrontarsi con gli altri, dobbiamo -e in qualità di maestro mi metto in prima linea- esser pronti ad innovare trovando soluzioni.
Mi piacerebbe sottolineare le parole di Carlo Mornati, segretario generale del Coni, che sostiene che chi, come il Comitato Olimpico Nazionale, organizza ed indirizza il sistema sportivo, non può valutarlo sui risultati di un’Olimpiade, ma sul percorso che porta ad essa. Se abbiamo dominato gli europei e la stagione in coppa del mondo allora -ragiona Leonardo Caserta- emerge qualche difficoltà nella gestione dell’emotività, ad esempio”.

Voltarsi e riconoscere pro e contra del proprio -e non solo- lavoro svolto non è cosa da tutti. Con tanta onestà intellettuale Leonardo Caserta si è soffermato anche su qualcosa che poteva esser gestito diversamente: “I giovani sono la nostra principale fonte di “ricchezza”, ma anche loro devono essere messi nella condizione di dare il loro meglio. Avremmo dovuto metterli in gioco un po’ di più e proteggerli un po’ meno. Mi ha lasciato un po’ perplesso la mancanza di entusiasmo, però questi sono tutti nuovi spunti su cui lavorare insieme. Siamo pronti”.

Resta il dato incoraggiante legato al movimento regionale che è in progressiva crescita ed ha portato ben due sciabolatori alle Olimpiadi: “La Campania deve essere orgogliosa e soddisfatta di quanto si sta facendo. I buoni risultati vanno oltre ogni classifica. Sono molto fiducioso per il futuro della sciabola nostrana. Si pensi al podio dei campionati italiani assoluti, occupato da tre napoletani (Curatoli, Cavaliere, Rea). Per creare un meccanismo sano e forte bisogna cominciare a lavorare seriamente anche di fronte ai bambini. Non si allenano campioni già fatti. E poi si cresce insieme, con atleti di età e livello differente e soprattutto creando una rete di crescita con le altre scuole. Se l’allenamento che si fa in nazionale corrisponde al 30%, allora quello “domestico” equivale alla percentuale rimanente, che è quella dominante. Ergo è facile comprendere che le scelte di ogni singola sala, intesa come complesso, incidono maggiormente. Ora è tempo di raccogliere tutte queste idee e di mutarle in cambiamenti effettivi. Perché nel 2028 mio fratello Luca avrà 34 anni e, se ci impegniamo come noi meridionali sappiamo fare, sarà il tempo anche di qualche altro campano”.

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