GIOCHI DI PARIGI 2024- L’ITALIA (E LA CAMPANIA) OLIMPICA AL DI LÀ DEL TRICOLORE

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GIOCHI DI PARIGI 2024- L’ITALIA (E LA CAMPANIA) OLIMPICA AL DI LÀ DEL TRICOLORE

Se l’autentico valore di ogni persona di sport è quello di contribuire alla continua crescita di un intero movimento -al di là degli stretti confini nazionali- allora possono essere grande motivo di orgoglio per la Campania e per l’Italia tutta quei talenti nostrani che sotto i colori di altre bandiere sono stati in grado di elevare il livello della propria disciplina ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Ce lo hanno saputo raccontare Sandro Cuomo, Alberto Coltorti e Gigi Tarantino. Tre napoletani che hanno fatto della loro competenza una esperienza a cinque cerchi tutta da raccontare, che si aggiunge all’avventura degli altri campani che all’ombra della Torre Eiffel hanno rappresentato l’Italia: Luca Curatoli, Michele Gallo e Leonardo Caserta.

Ritorno da sogno per Sandro Cuomo, come responsabile d’arma per l’Egitto, che senza Olimpiadi proprio non sa stare. Lo spadista napoletano, oro ad Atlanta 1996 e bronzo a Los Angeles 1984 e che per più d’un decennio ha guidato il settore della spada tricolore, ha accompagnato l’egiziano Mohamed Elsayed alla conquista della medaglia di bronzo nella prova singolare degli spadisti. Uno storico successo per l’Egitto che non aveva mai vinto, in tutta la sua storia, una medaglia nella spada.
Un bronzo pesante e spesso che significa tanto per il Paese africano che ha concluso la sua spedizione olimpica con appena tre medaglie. Dopo Rio 2016 e Tokyo 2021, anche a Parigi Sandro Cuomo ha centrato il podio a cinque cerchi.

“Un altro tipo di emozione vincere una medaglia per una nazione differente da quella di appartenenza -ha detto Cuomo-. La commozione pura per la medaglia di Elsayed mi ha fatto comprendere tutto il significato che ha questo successo per la delegazione egiziana e dovrebbe farci riflettere: il raggiungimento di una medaglia non può mai divenire scontato. Il momento più difficile da archiviare è corrisposto alla vittoria di Elsayed su Andrea Santarelli, che da Ct dell’Italia ho contribuito a far crescere e che da professionista ho sempre stimato e per il quale oggi, come prima, nutro tanto affetto”.

Indimenticabile anche l’Olimpiade di Alberto Coltorti e Gigi Tarantino che, da tecnici del Messico l’uno e del Kuwait l’altro, hanno ancora una volta affermato la loro perizia in pedana. Una storia tutta da condividere con le nuove leve, quella di Gibran Zea, lo sciabolatore messicano che per inseguire il suo sogno a cinque cerchi ha cambiato sala, città e continente.
Ha scelto il Club Scherma Napoli, fucina di tanti campioni, e il suo pioniere, il maestro Alberto Coltorti. E come in un film in cui la suspense anticipa il romantico lieto fine, Gibran ha ottenuto la qualifica olimpica all’ultima chance, in occasione dei giochi panamericani.

Il suo cammino, alle Olimpiadi di Parigi, è cominciato nel tabellone da 64 con la vittoria netta, ottenuta col risultato di 15-11, sull’iraniano Fotouhi. Solo nell’assalto successivo Gibran Zea è uscito di scena contro la testa di serie numero 2, Sandro Bazadze. Certamente Gibran non era a Parigi solo per partecipare, ma il suo 32° posto olimpico resta un risultato da encomiare, come l’impegno del Club Scherma Napoli e di tutti i suoi atleti che hanno accompagnato con passione Gibran alla conquista della più grande aspirazione di un atleta.

«Citius, altius, fortius, communiter»
«Più veloce, più in alto, più forte, insieme».
Fa rima col motto olimpico essere in grado di lasciar fermentare il movimento schermistico globale ed accrescerne la competitività.

Il Comitato campano della Federazione Italiana Scherma è fiero di voi.

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